
.....dannate mosche!!
Fattori, elementi.
Tra le risposte più comuni, che so essere comunque vere, potrebbero figurare "per me è un'esigenza...come respirare" oppure "E' un modo per comunicare e rielaborare me stesso, ciò che vedo, ciò che sento".
Tuttavia, ultimamente tendo a credere che questi siano solo gli effetti, non le cause.
Allora, perchè disegno?
Perchè se non lo faccio anche solo per un giorno, sento come un formicolio alla mano?
Com'è possibile che quando racconto attraverso il disegno, e poi lo riguardo e lo rileggo a lavoro finito, ho la sensazione di non essere stato io a farlo? Di non essere stato veramente io a raccontare quelle cose.
Allora, forse non è semplicemente gioia e respiro, adrenalina.
Ultimamente tendo a pensare che dentro di noi si formi un'autocoscienza complessa, che interviene dove noi non riusciamo ad arrivare. Una forma di spinta autoconservativa.
Forse continuare a disegnare è l'unico modo per non implodere. Questo almeno, lo avverto molto chiaramente.
Forse il disegno è la mia unica, vera difesa. E al contempo, l'unico vero strumento comunicativo in mio possesso. L'unica difesa, l'unico attacco.
Forse è questo.
Forse vuol dire stare in quel piccolo angolino di mondo e, a tutte le persone che si avvicinano con rispetto e curiosità, dir loro: "Ciò che vedo, lo vedo esattamente così. Ti mostrerò la realtà per come la vedono i miei occhi. Per come la vedo io, da questo piccolo, angusto angolino di mondo."
E, se tutti passassero oltre, non fare altro che aspettare il prossimo, salutandolo con la mano.
Probabilmente nessuno può capire veramente questo angolino di mondo, perchè anche se mi stringo per far spazio agli altri, non ce n’è a sufficienza per farli entrare.
Però, dal mio piccolo, angusto angolino di mondo, riesco a vedere un cielo terso.
Nonostante tutto.